Controlli fiscali sui conti correnti
- oraziol59
- 25 feb
- Tempo di lettura: 2 min

L'Agenzia delle Entrate ha il potere di monitorare i conti correnti dei contribuenti al fine di verificare la correttezza delle dichiarazioni fiscali e contrastare fenomeni di evasione. Le informazioni vengono raccolte attraverso il Registro dei Rapporti Finanziari, un database alimentato annualmente da banche e uffici postali, che forniscono al Fisco un quadro dettagliato delle transazioni finanziarie.
Dati Monitorati L'Agenzia delle Entrate ha accesso a numerose informazioni relative ai conti correnti, tra cui:
Saldo del conto
Movimenti bancari (bonifici, accrediti, addebiti)
Investimenti in titoli, fondi comuni e altri strumenti finanziari
Presenza di cassette di sicurezza (senza accedere al contenuto)
Utilizzo di assegni
Transazioni con carte di credito, debito e prepagate
Operazioni sospette segnalate dagli istituti finanziari
Durata dei Controlli La normativa prevede limiti temporali per l'accertamento fiscale:
5 anni per chi ha presentato la dichiarazione dei redditi, ma con possibili discrepanze o omissioni.
7 anni per chi non ha dichiarato alcun reddito o ha omesso la dichiarazione.
La scadenza di tali termini è calcolata a partire dal 1° gennaio dell'anno successivo alla presentazione della dichiarazione o alla scadenza del termine per effettuarla.
Strumenti Utilizzati dal Fisco Per individuare eventuali irregolarità, il Fisco utilizza diversi strumenti tecnologici e metodologici:
Anonimometro: Analizza i dati bancari senza compromettere la privacy dei contribuenti, individuando movimenti anomali.
Evasometro: Confronta il reddito dichiarato con le spese sostenute per stimare l'effettiva capacità contributiva.
Accertamento sintetico: Basato su presunzioni induttive, permette di determinare la presenza di redditi non dichiarati analizzando le abitudini di spesa.
Common Reporting Standard (CRS): Accordo internazionale che consente lo scambio di informazioni tra Paesi per il monitoraggio dei conti esteri.
Accertamenti e Difesa del Contribuente Se il Fisco rileva anomalie tra reddito dichiarato e spese effettuate, può avviare un accertamento fiscale. In questi casi, l'Agenzia delle Entrate invia un questionario al contribuente, chiedendo di giustificare la provenienza delle somme utilizzate per determinate operazioni.
Il contribuente può difendersi dimostrando che:
Le somme provengono da fonti lecite, come donazioni, risarcimenti, eredità o vincite.
Le spese sono state sostenute da terzi.
I fondi utilizzati derivano da risparmi accumulati negli anni precedenti.
Il reddito non dichiarato proviene da fonti esenti da imposte (es. prestazioni assistenziali o risarcimenti danni).
Se le giustificazioni fornite non sono sufficienti, l’Agenzia delle Entrate considera gli importi non dichiarati come redditi imponibili, applicando le relative sanzioni.
Soglie di Scostamento per i Controlli Affinché il Fisco possa procedere con un accertamento, devono essere superate determinate soglie:
Scostamento del 20% tra il reddito ricostruito e quello dichiarato dal contribuente.
Differenza di almeno 70.000 euro rispetto all’importo dell’assegno sociale annuo.
Se queste condizioni sono soddisfatte, il contribuente può essere sottoposto a un controllo più approfondito.
Conclusione I controlli fiscali sui conti correnti sono finalizzati a garantire la correttezza delle dichiarazioni e a prevenire l’evasione fiscale. Tuttavia, il contribuente ha sempre il diritto di difendersi, fornendo prove documentali che giustifichino le proprie operazioni finanziarie. La trasparenza e il rispetto delle norme fiscali sono elementi fondamentali per evitare sanzioni e contenziosi con l'Agenzia delle Entrate.
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